domenica 28 dicembre 2008

Scioperi, calendario fitto ad anno nuovo dai treni alle fabbriche

Finita la tregua per le vacanze natalizie, è fitto il calendario di scioperi del mese di gennaio soprattutto nel settore del trasporto, aereo e non, mentre a febbraio sono già in programma due proteste nella stessa giornata di venerdì 13, giorno in cui si fermano sia i dipendenti pubblici della Fp-Cgil sia i metalmeccanici della Fiom.

Apre la lista il 5 gennaio lo stop dei lavoratori di Techno Sky aderenti a Fim-Cisl, Fiom-Cgil, Uilm-Uil e Rsu per la durata di quattro ore tra le 8 e le 17. L'8 gennaio sarà la volta dei dipendenti dell'Enav aderenti all'Anpcat: la protesta sarà dalle 12 alle 16 per una durata di quattro ore.

Il 12 gennaio a fermarsi saranno invece i lavoratori di Telecom aderenti a Slc-Cgil, Fistel-Cisl e Uilcom-Uil con l'astensione dallo straordinario. Il 19 gennaio ancora rischi per chi deve viaggiare in aereo: incroceranno la braccia i lavoratori di Airone aderenti alla RR.SS.AA.
Filt-Cgil dalle 10 alle 14, quelli del Gruppo Airone aderenti alla Fit-Cisl nello stesso orario, i dipendenti di Eurofly e Meridiana aderenti all'Anpac rispettivamente dalle 12 alle 16 e per l'intera giornata.
Stop per il trasporto ferroviario invece per il 23 gennaio: i dipendenti di Fs aderenti all'Rsu-Rls dell'assemblea nazionale ferrovieri sciopereranno dalla 9 alle 17. Il 27 gennaio invece si fermeranno gli avvocati con l'astensione delle udienze e attività giudiziaria penale al ministero per l'Unione Camere Penali italiane e la Camera penale di Roma.
Ancora problemi per il trasporto aereo il prossimo 30 gennaio: i lavoratori dell'Enav aderenti al Licta incroceranno le braccia per 4 ore (dalle 12 alle 16). A febbraio, invece, è in programma lo sciopero generale di Fp-Cgil e Fiom il 13. I dipendenti del pubblico impiego della Fp protesteranno contro «il taglio ai salari a partire da gennaio da 30 a 280 euro a secondo qualifica, l'accordo 'truffà fatto a Palazzo Chigi e per difendere i 60.000 precari che saranno licenziati a partire a da gennaio». La direzione della Fiom ha condiviso la proposta del comitato direttivo della Funzione pubblica: «Sarebbe incomprensibile lo svolgimento nello stesso mese di iniziative distinte tra le due categorie a fronte dell'esplicito tentativo delle nostre controparti di dividere le lavoratrici e i lavoratori del settore privato da quello pubblico». Lo sciopero e la manifestazione si svolgeranno nell'ambito delle iniziative che la confederazione definirà a sostegno della vertenza generale. La segreteria nazionale ha convocato il comitato centrale della Fiom per martedì 13 gennaio. Infine ancora disagi per chi vola: i dipendenti dell'Enav aderenti al Cila-Av si fermeranno dalle 12 alle 16.

27 dicembre 2008


l'Unità.it

sabato 20 dicembre 2008

INDUSTRIA: VELTRONI, DATI DRAMMATICI DA GOVERNO NESSUNA MISURA SERIA

Roma, 10 dic. - (Adnkronos) - ''Il calo del 6,9% della produzione industriale e' un dato drammatico, un segnale di allarme rosso. Un dato che si aggiunge agli indicatori negativi che ci parlano di un Pil che si riduce al posto di crescere, di un'impennata nel ricorso alla cassa integrazione: siamo in una recessione che rischia di tramutarsi in una vera e propria depressione. E l'Italia, a leggere i dati dell'Istat, mostra di avere piu' problemi rispetto ai grandi paesi europei e agli Stati Uniti, dove i governi stanno assumendo provvedimenti antirecessivi all'altezza dei problemi. Esattamente il contrario di quello che vanno facendo il governo e il presidente del Consiglio, che crede di affrontare i problemi con un ottimismo di facciata, soprattutto nascondendo i dati della realta' e la durezza sociale della crisi''. E' quanto afferma il segretario del Pd, Walter Veltroni.

Adnkronos Economia

domenica 14 dicembre 2008

SCIOPERO: CGIL: IN PIAZZA QUASI 1,5 MILIONI DI PERSONE ROMA

ROMA - "Quasi un milione e mezzo di persone": è il numero di persone che secondo la Cgil sono scese ieri in piazza in occasione dello sciopero generale. Il risultato, afferma l'organizzazione, è stato raggiunto sommando il dato di partecipazione di tutte le 108 piazze d'Italia dove si sono svolte le manifestazioni della Cgil. "Un risultato di grande rilievo", ha osservato il segretario confederale, responsabile d'organizzazione della Cgil, Enrico Panini, che ha rilevato come "anche in considerazione delle avverse condizioni metereologiche e dello stato di calamità naturale proclamato in alcune zone del paese, tra queste Roma, il risultato della partecipazione alle manifestazioni, così come l'adesione allo sciopero, risulti ottimo". Panini ha ricordato inoltre come giovedi' "la Cgil abbia ritenuto opportuno, con il grande senso di responsabilità che la contraddistingue, sospendere dallo sciopero il personale addetto alla circolazione del trasporto ferroviario sull'intero territorio nazionale".


ROMA - Da Torino a Palermo decine di migliaia di persone sono scese in piazza ieri mattina per partecipare allo sciopero generale della Cgil contro le misure anticrisi del Governo. Le oltre 100 manifestazioni sono state accompagnate quasi ovunque dalla pioggia battente, che nelle grandi citta' ha contribuito a mandare in tilt il traffico. I cortei della Cgil, ai quali si sono aggiunti quelli degli studenti e dei cobas, hanno scelto il premier Berlusconi e il ministro Gelmini, come bersagli preferiti di slogan e striscioni.

BOLOGNA, IN 200 MILA PER COMIZIO EPIFANI - In 200 mila, secondo l'organizzazione, hanno sfilato sotto una pioggia battente a Bologna dove tra striscioni e cartelli anti governativi spiccano anche i ''faccioni'' di cartapesta di Berlusconi-Papa, e dei ministri Gelmini, in grembiule, e Brunetta. La manifestazione si e' conclusa con il comizio del segretario generale della Cgil Guglielmo Epifani a Piazza Maggiore, che si e' riempita di decine di migliaia di ombrelli multicolori (il rosso era prevalente). Prima del comizio un minuto di silenzio in memoria dei caduti sul lavoro, seguito da un lungo applauso.

ROMA, IN 30 MILA TRA PIOGGIA E TRAFFICO IN TILT - Nella capitale si sono affiancati al corteo della Cgil quello degli studenti e quello dei Cobas, mandando in tilt il traffico in centro gia' messo a dura prova dalla pioggia battente. In 30.000, secondo gli organizzatori, hanno partecipato al corteo della Cgil, che si e' concluso al Colosseo, dove i manifestanti hanno osservato un minuto di silenzio per i morti sul lavoro.

MILANO, 3 CORTEI PARALIZZANO TRAFFICO - Traffico quasi paralizzato a Milano, dove si sono svolti i cortei della Cgil e dei sindacati di base, con l'adesione anche dell'Onda studentesca. Complessivamente 100 mila persone (50 mila per il sindacato confederale e altrettanti se non di piu' per Cobas, Sdl-Intercategoriale e Cub) hanno invaso le strade quasi paralizzando la circolazione in centro e in periferia.

TORINO, 100 MILA IN PIAZZA IN PIEMONTE - Sono stati circa 100 mila, secondo la Cgil, le persone che hanno partecipato ai cortei negli otto capoluoghi di provincia del Piemonte (50 mila a Torino). In ''moltissime'' aziende piemontesi, stando al sindacato, le adesioni allo sciopero sono state il doppio, e in alcuni casi anche il triplo degli iscritti.

NAPOLI, 40 MILA IN PIAZZA - Circa 40 mila persone, secondo gli organizzatori, hanno partecipato a Napoli al corteo che si e' concluso in piazza del Gesu'. Partecipazione alta, secondo la Cgil, anche nel resto della regione.

PALERMO, 70 MILA IN TUTTA LA SICILIA - Circa 25 mila persone, secondo la Cgil, sono scese in piazza a Palermo, mentre in tutta la Sicilia, nonostante il maltempo (a Messina il maltempo non ha consentito l'arrivo dei lavoratori dalla provincia; ad Enna nevicava), sono state complessivamente 70 mila. Tutti i comizi sono stati preceduti da un minuto di silenzio per i morti sul lavoro.

GENOVA, OLTRE 10 MILA IN PIAZZA - Oltre 10 mila lavoratori (20 mila per la Cgil, 5-6 mila per la questura) hanno partecipato oggi ai tre cortei di Genova. Anche i sindacati autonomi sono scesi in piazza con uno sciopero di otto ore.

BARI, IN MIGLIAIA SOTTO PIOGGIA BATTENTE - Sotto una pioggia battente alcune migliaia di persone (circa 40.000 secondo la Cgil, tra le 5.000 e le 10.000 per la polizia) hanno partecipato al corteo a Bari. Lo sciopero cade a poco piu' di 24 ore dalla morte di un operaio polacco nell'Ilva di Taranto e mentre i dipendenti dello stabilimento sono in sciopero sui temi della sicurezza sul lavoro.

CAGLIARI, OLTRE 15 MILA IN CORTEO - Oltre 15 mila persone hanno partecipato al corteo del capoluogo sardo, che e' stato aperto dai lavoratori del petrolchimico di Porto Torres. Nell'isola la protesta e' di otto ore e non quattro come in tutta Italia, per sottolineare la gravita' della crisi.

VENEZIA, CORTEI SOTTO LA PIOGGIA - 50 mila persone secondo il sindacato, non oltre 20 mila secondo le forze dell'ordine, hanno partecipato ai due cortei che, sotto la pioggia battente, sono confluiti a Mestre. Alla Cgil si sono aggiunti i giovani della rete degli studenti e dei centri sociali. Per il maltempo e l'acqua alta la Cgil a Venezia ha revocato lo sciopero dei vaporetti; in terraferma, secondo fonti aziendali, ha aderito solo il 21% del personale del trasporto pubblico su gomma.

TRIESTE, 11 MILA PERSONE IN PIAZZA IN FRIULI - 11 mila persone, secondo la Cgil, sono scese in piazza oggi nelle quattro manifestazioni in Friuli Venzia Giulia (4.500 a Trieste). Molto alta secondo gli organizzatori e' stata anche l'adesione nelle aziende della regione.

TRENTO, CORTEO CON PUPAZZI GELMINI E BRUNETTA - Piu' di 3 mila persone secondo i sindacati, un migliaio secondo i vigili urbani, hanno partecipato a Trento al corteo della Cgil. I manifestanti hanno inalberato due pupazzi raffiguranti i ministri Gelmini e Brunetta.
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mercoledì 3 dicembre 2008

Silvio e la FNSI

MILANO - La Fnsi, ovvero l'organo di rappresentanza sindacale di tutti i giornalisti italiani, non lascia cadere nel vuoto le accuse lanciate dal premier Berlusconi contro il Corriere della Sera e la Stampa, corredate dall'invito ai loro direttori a cambiare mestiere.
E parla di «scomposto attacco» e di «ennesima prova del fatto che il Presidente del Consiglio non ha alcun rispetto per l'autonomia dell'informazione».
Una mossa quella del premier che per la Fnsi è inaccettabile: «Incurante del gigantesco conflitto di interessi nel quale è immerso - sottolinea il presidente, Roberto Natale - , si permette di fatto di chiedere il licenziamento di due direttori: una mossa che sarebbe grave da parte di un qualsiasi capo di governo, e che lo è doppiamente quando chi la compie è anche l'uomo più potente della comunicazione italiana». «È sempre imbarazzante - aggiunge il segretario, Franco Siddi - ascoltare qualcuno che spiega agli altri qual è e quale debba essere il loro mestiere»:Ma non è soltanto la categoria a prendere posizione contro l'uscita del Cavaliere. Anche il mondo politico, e in particolare quello che fa riferimento al centrosinistra, reagisce duramente alle parole del capo del governo. Anna Finocchiaro, presidente dei senatori del Pd, è convinta che il premier «oggi abbia veramente passato il segno»: «l'arroganza del presidente del Consiglio - evidenzia la senatrice - sta raggiungendo livelli davvero intollerabili e sintomatici di una concezione proprietaria della democrazia. Ad Anselmi e Mieli giunga la solidarietà mia e quella delle senatrici e dei senatori del Pd». L'ex segreatario ds, Piero Fassino, parla invece di «inaudita aggressione personale». Luigi Zanda, che del Pd è vicepresidente in Senato, pensa invece che le parole del premier siano la dimostrazione del fatto che «al peggio non c'è mai fine»: «In nessun Paese democratico del mondo dal dopoguerra ad oggi era mai accaduto che un Primo ministro invitasse i direttori di due grandi e importanti quotidiani nazionali a cambiare mestiere». E un intervento ufficiale del partito di Veltroni parla di un nuovo «editto», richiamando quello di Sofia che portò all'allontanamento di Enzo Biagi, Michele Santoro e Daniele Luttazzi dalla Rai dopo una presa di posizione dello stesso Berlusconi.Particolarmente duro il commento di Leoluca Orlando, portavoce dell'Italia dei valori: «Adesso capiamo perchè l'on. Berlusconi non ha espresso una sola parola di diniego quando Licio Gelli lo ha indicato come degno erede del progetto massonico della P2: annullare il Parlamento, condizionare il più possibile l'informazione e colpire la magistratura». Per i dipietristi «al presidente Berlusconi manca la conoscenza dell'alfabeto democratico, gli è estraneo ogni minimo principio elementare del rispetto dell'altro e delle critiche». Ironico Beppe Giulietti, che oltre ad essere deputato eletto nelle fila dell'Idv è anche portavoce di Articolo 21: «A mio avviso Berlusconi ha ragione: dovrebbe scegliere di cancellare la legge sull'editoria, portare al 20% l'Iva sui giornali e fare in modo che chiudano tutti. Avrebbe così finalmente dimostrato di non avercela solamente con Sky»OAS_AD('Bottom1');Fa ricorso all'ironia anche il leader dei Comunisti italiani, Oliviero Diliberto: «Ebbene sì, vergogna. Che vadano a casa quei due pericolosi bolscevichi di di Paolo Mieli e Giulio Anselmi. Basta con i cosacchi a via Solferino e sotto la Mole. E si affrettino perchè nel piano di normalizzazione ci saranno già due scalpitanti cortigiani pronti a trasformare Corriere e Stampa in Gazzette del Cavaliere».02 dicembre 2008
http://www.corriere.it/politica/08_dicembre_02/reazioni_attacco_berlusconi_corriere_stampa_af40166c-c0b1-11dd-a787-00144f02aabc.shtml