mercoledì 3 dicembre 2008

Silvio e la FNSI

MILANO - La Fnsi, ovvero l'organo di rappresentanza sindacale di tutti i giornalisti italiani, non lascia cadere nel vuoto le accuse lanciate dal premier Berlusconi contro il Corriere della Sera e la Stampa, corredate dall'invito ai loro direttori a cambiare mestiere.
E parla di «scomposto attacco» e di «ennesima prova del fatto che il Presidente del Consiglio non ha alcun rispetto per l'autonomia dell'informazione».
Una mossa quella del premier che per la Fnsi è inaccettabile: «Incurante del gigantesco conflitto di interessi nel quale è immerso - sottolinea il presidente, Roberto Natale - , si permette di fatto di chiedere il licenziamento di due direttori: una mossa che sarebbe grave da parte di un qualsiasi capo di governo, e che lo è doppiamente quando chi la compie è anche l'uomo più potente della comunicazione italiana». «È sempre imbarazzante - aggiunge il segretario, Franco Siddi - ascoltare qualcuno che spiega agli altri qual è e quale debba essere il loro mestiere»:Ma non è soltanto la categoria a prendere posizione contro l'uscita del Cavaliere. Anche il mondo politico, e in particolare quello che fa riferimento al centrosinistra, reagisce duramente alle parole del capo del governo. Anna Finocchiaro, presidente dei senatori del Pd, è convinta che il premier «oggi abbia veramente passato il segno»: «l'arroganza del presidente del Consiglio - evidenzia la senatrice - sta raggiungendo livelli davvero intollerabili e sintomatici di una concezione proprietaria della democrazia. Ad Anselmi e Mieli giunga la solidarietà mia e quella delle senatrici e dei senatori del Pd». L'ex segreatario ds, Piero Fassino, parla invece di «inaudita aggressione personale». Luigi Zanda, che del Pd è vicepresidente in Senato, pensa invece che le parole del premier siano la dimostrazione del fatto che «al peggio non c'è mai fine»: «In nessun Paese democratico del mondo dal dopoguerra ad oggi era mai accaduto che un Primo ministro invitasse i direttori di due grandi e importanti quotidiani nazionali a cambiare mestiere». E un intervento ufficiale del partito di Veltroni parla di un nuovo «editto», richiamando quello di Sofia che portò all'allontanamento di Enzo Biagi, Michele Santoro e Daniele Luttazzi dalla Rai dopo una presa di posizione dello stesso Berlusconi.Particolarmente duro il commento di Leoluca Orlando, portavoce dell'Italia dei valori: «Adesso capiamo perchè l'on. Berlusconi non ha espresso una sola parola di diniego quando Licio Gelli lo ha indicato come degno erede del progetto massonico della P2: annullare il Parlamento, condizionare il più possibile l'informazione e colpire la magistratura». Per i dipietristi «al presidente Berlusconi manca la conoscenza dell'alfabeto democratico, gli è estraneo ogni minimo principio elementare del rispetto dell'altro e delle critiche». Ironico Beppe Giulietti, che oltre ad essere deputato eletto nelle fila dell'Idv è anche portavoce di Articolo 21: «A mio avviso Berlusconi ha ragione: dovrebbe scegliere di cancellare la legge sull'editoria, portare al 20% l'Iva sui giornali e fare in modo che chiudano tutti. Avrebbe così finalmente dimostrato di non avercela solamente con Sky»OAS_AD('Bottom1');Fa ricorso all'ironia anche il leader dei Comunisti italiani, Oliviero Diliberto: «Ebbene sì, vergogna. Che vadano a casa quei due pericolosi bolscevichi di di Paolo Mieli e Giulio Anselmi. Basta con i cosacchi a via Solferino e sotto la Mole. E si affrettino perchè nel piano di normalizzazione ci saranno già due scalpitanti cortigiani pronti a trasformare Corriere e Stampa in Gazzette del Cavaliere».02 dicembre 2008
http://www.corriere.it/politica/08_dicembre_02/reazioni_attacco_berlusconi_corriere_stampa_af40166c-c0b1-11dd-a787-00144f02aabc.shtml

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